di CARMEN MANCARELLA - La Repubblica - Edizione di Bari
Gallipoli - I garofani rossi in primo piano: 28 aprile 1984. Massimo D'Alema stringe la mano dei compagni Antonio Palmisano, segretario del Pci di Crispiano in provincia di Taranto e Leonardo Magli, operai prepensionati dell'Ilva. Facevano la festa del tesseramento a Crispiano. E lui allora era segretario del Partito comunista in Puglia, baffi e capelli più folti. Otto aprile 2001. I compagni Palmisano e Leonardo Magli sono a Gallipoli e chiedono a D'Alema, candidato del collegio di firmare quella foto dopo aver varcato il servizio d'ordine.
D'Alema sorride ricordando il passato e firma: «Alle quattro di questo pomeriggio eravamo già a Gallipoli», dicono, «perché vogliamo difendere D'Alema dall'attacco all'uomo che sta subendo».
Da Ostuni madre, figlia, fidanzato e amici al seguito dicono avviandosi lungo corso Roma: «Più che fans di Morandi, Fazio, Vecchioni e Mogol lo siamo di D'Alema. Lo seguiamo da sempre». Alle 21 l'area portuale è gremita di gente. Si parla di diecimila persone. Uno dei D'Alema boys, Mario Lo Monaco, architetto, si dà da fare per ritoccare la scenografia. «Dopo Costanzo a Casarano, Mirabella e Mogol a Taviano, questa è la serata clou», dice. Dopodomani nel centro storico di Matino è attesa Sabina Guzzanti e altri vip dello spettacolo.
Appassionati più di D'Alema che di Morandi? D'Alema sorride e risponde: «No, credo che vengano anche per Morandi, Fazio, Vecchioni e Mogol. Loro sono qui per amicizia ma anche per passione politica». E giù l'assalto di microfoni e taccuini a Fabio Fazio: «Viviamo in un paese democratico dove anche la gente di spettacolo può esprimere le proprie idee politiche. Sarebbe stato scorretto fare il proprio lavoro cioè le trasmissioni televisive per sostenere D'Alema. Qui lo posso fare. Ai cittadini dico: "Intanto votate e poi votate D'Alema"».
E ancora. «Cosa?, se Berlusconi mi epurerà? No, non credo. La polemica con Celentano? Lui ha parlato di numeri non di persone».
Dopo l'esibizionerichiamo dei Mascarimì, un gruppo folk che canta in griko inizia lo show. Fazio ci mette tutta la sua fantasia, il suo guizzo. E nell'annunciare l'arrivo di D'Alema chiede: «Fate il rumore dell'elica dell'elicottero perché sta arrivando lui». Il pubblico si diverte e ci prova poi sulla colonna sonora della Cavalcata delle Valchirie arriva Massimo D'Alema: «Ha i baffi e i capelli veri» dice Fazio. «Non sono disegnati, è tutto vero». Il pubblico ride e D'Alema dopo uno scambio di battute con Fazio arriva subito al sodo: «Gallipoli è diventata il crocevia della politica italiana. Sono stati tutti costretti a venire qui per parlare di noi, dei problemi del Mezzogiorno altrimenti in questa campagna elettorale avremmo sentito parlare solo di Lombardia». E poi bordate a Berlusconi: «C'è un'idea della politica che esibisce ricchezza e firma contratti. E' l'applicazione del diritto commerciale alla vita dei cittadini e delle istituzioni. Berlusconi ha detto che cambierà la prima parte della Costituzione perché al centro non c'è l'impresa. E' chiaro. Nella prima parte della Costituzione c'è la dignità dell'uomo che è un'altra cosa». E Fazio chiede: «E tra la prima e la seconda parte Berlusconi cosa ci mette, la pubblicità?»
Risate. D'Alema insiste: «L'unica sorpresa sarà quella grande che avrà l'onorevole Berlusconi la notte del 13. Quando si alza la voce per insultare gli altri si nasconde una povertà di idee; io credo nel dialogo con i cittadini».
Intanto i pescatori di Gallipoli con le paranze esibiscono le cassette di pesce fresco ai fans di D'Alema che si avvicinano per acquistarlo e D'Alema spiega la sua rinuncia al proporzionale: «Se non vinco continuerò a fare politica. Senza drammi abbiamo creato qualcosa che ha appassionato la gente alla politica». E Vecchioni intona «Bandolero», il mito del guerriero che non muore mai. E' di buon auspicio.